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Sepolto il papa polacco, si scatenò nel sacro Collegio cardinalizio una lotta tra titani per la nomina del successore e molti porporati organizzarono nel preconclave delle vere e proprie campagne elettorali. Il più potente e attivo fu il cardinale Joseph Ratzinger, che nel 1978 aveva dichiarato: «Non è lo Spirito Santo che detta ai cardinali il nome del nuovo papa». Senza dubbio, il cardinale tedesco aveva la forza della ragione e anche la ragione della forza.
Prima di entrare in conclave, il cardinale Philippe Barbarin di Lione delineò rapidamente le caratteristiche che doveva possedere il successore di Giovanni Paolo II: «Deve essere un uomo aperto a un mondo che cambia. Un uomo che comprenda e conosca il mondo contemporaneo e la sua cultura, affinché, quando parli, la gente possa capirlo». E a questo punto che arrivò il cardinale Ratzinger. Nella quarta e ultima votazione, Ratzinger ebbe ottantaquattro voti, contro i ventisei del cardinale Bergoglio. Così, all'età di settantotto anni, si aggiudicò la tiara papale e assunse il nome di Benedetto XVI (2005-).  Anche se il nuovo papa non era conosciuto da molti credenti, erano invece noti i suoi soprannomi:
Panzerkardinal, Ratzinga Z (come il popolare personaggio del cartone animato giapponese degli anni Settanta, Mazinga z), l'Ombra del papa, Bombardiere B-16 o il Grande inquisitore. I quotidiani britannici furono quelli che accolsero con maggiore polemica la nuova nomina. Il Daily Telegraph titolava «Il rottweiler di Dio», e il Sun, «Dalla Gioventù hitleriana a papa Ratzi». Ma chi era in realtà il nuovo Sommo Pontefice?
Era un amante dei capi classici del guardaroba pontificio, quali il camauro e la mozzetta, si faceva fare le scarpe su misura da Adriano Stefanelli e non da Prada, come dichiarò al Washington Post, ed era nato il 16 aprile 1927 nella città tedesca di Marktl am Inn, a meno di venti chilometri, curiosamente, da Branau, il paese natale di Adolf Hitler.
In realtà non si può dire che il futuro papa fosse un nazista.
Sarebbe ingiustificato definirlo tale, ma di sicuro era figlio del suo tempo. Scrive Ratzinger: «Il partito nazista si presentava con sempre maggior forza come l'unica alternativa al caos incombente». Con il passare degli anni, Joseph Ratzinger fece quello che migliaia di tedeschi fecero, cioè dare una giustificazione all'ascesa di Hitler e del Terzo Reich, affermando:
«Io? Io non ne sapevo niente». Negli anni successivi Ratzinger scelse il silenzio e ignorò la domanda sulle ragioni profonde per le quali molti tedeschi, pur sapendo o sospettando, si adeguarono e scelsero il silenzio.
Ancora oggi, Benedetto XVI preferisce, se non evitare, quantomeno stendere uno spesso velo sulle sue considerazioni riguardo a quel periodo.
Nel 1939, quando aveva dodici anni, il futuro papa era entrato nel seminario di Traunstein, ma nel 1943, a sedici anni, era stato reclutato con la forza dalla Gioventù hitleriana e destinato alla contraerea per la difesa di una fabbrica della BMW in cui si costruivano motori per gli aerei da combattimento.
Esiste una fotografia che ritrae Ratzinger con l'uniforme della Gioventù hitleriana e un'altra immagine in cui si vede il futuro papa vestito da sacerdote mentre fa il saluto nazista.. Curiosamente, Ratzinger sulla sua esperienza nella Gioventù hitleriana scrisse: «Conservo un bellissimo ricordo perché il sottufficiale a cui eravamo sottoposti difese con fermezza l'autonomia del nostro gruppo ed eravamo dispensati da tutte le esercitazioni militari». Vuol dire che Ratzinger non sparò un solo colpo contro gli aerei alleati per difendere la sua postazione presso la fabbrica della BMW?
Nel 1945, dopo un anno trascorso nel «servizio lavorativo del Reich», Ratzinger poté assistere all'arrivo degli americani nel suo paese. Da quel momento, non spese una sola parola su Dachau, sui lavoratori schiavizzati, sulla liberazione di Auschwitz, sulla persecuzione di cittadini tedeschi o sul programma di eutanasia portato a termine dai nazisti. Solo nel 1993, durante un'intervista al Time, l'ancora cardinale Ratzinger spiegava:
«Ricordo di aver visto alcuni lavoratori schiavi provenienti da Dachau mentre prestavo servizio alla BMW e di avere assistito all'uccisione di ebrei ungheresi».
Però! Ci sono voluti quarantotto anni per far ritornare la memoria al futuro papa!
Gli studiosi della dottrina teologica degli ultimi due pontefici sono incapaci, al pari dell'autore di questo libro, di differenziare i punti di vista dottrinali di Wojtyla da quelli di Ratzinger.
Cos'è nato prima, l'uovo o la gallina? E impossibile sapere dove finiscono il pensiero e le azioni inquisitorie di Wojtyla e iniziano il pensiero e le azioni inquisitorie di Ratzinger.
Già lo aveva detto Rembert Weakland, arcivescovo di Milwaukee e biografo di Wojtyla: «Non saprei distinguere tra ciò che dice Giovanni Paolo II e ciò che dice Ratzinger». La verità è che quanto più malato e paralizzato diveniva Giovanni Paolo II, maggior potere decisionale acquisiva Ratzinger. Osservando le decisioni adottate da Ratzinger quando era prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, l'ex Sant'Uffizio, i titoli dei giornali inglesi appaiono scontati.
Molte delle persone che lavorarono insieme al prefetto tedesco lo definiscono:
Un inquisitore fermo e spietato, ma gentile e dialogante nei modi, che contribuì in maniera decisiva a ridisegnare (o restaurare) la geografia politica romana attraverso l'individuazione dei teologi da bloccare, condannare, emarginare o ricondurre nel grembo materno. […] Verso le voci più progressiste fu, viceversa, intransigente e implacabile. Durante la sua guida, la scure della Congregazione si abbatté su un numero di persone abbastanza impressionante, facendo piazza pulita di ogni dissenso sinistrorso. Nell'ambito della sua azione politica [al fronte del Sant'Uffizio durante il pontificato di Wojtyla], la lista delle persone che il prefetto ha condannato rappresenta un'incontrovertibile, e strabordante, nota a piè pagina.

(Eric Frattini - "I papi e il sesso")

publicado às 19:52

Keith O'Brien pede "perdão" por comportamento que "ficou, por vezes, aquém dos padrões que se esperariam de um padre, de um arcebispo e de um cardeal".
O cardeal escocês Keith O'Brien, que se demitiu na segunda-feira do cargo de arcebispo, devido a acusações de conduta indecente, reconheceu hoje ter tido um "comportamento sexual" inapropriado, e pediu "perdão às pessoas que ofendeu".
"As últimas duas acusações que foram feitas contra mim tornaram-se públicas. No início, contestei-as devido ao seu caráter anónimo e impreciso. Agora, quero aproveitar a oportunidade para reconhecer que o meu comportamento sexual ficou, por vezes, aquém dos padrões que se esperariam de um padre, de um arcebispo e de um cardeal", declarou o alto dignitário, em comunicado.
"Àqueles que ofendi, apresento as minhas desculpas e peço perdão. À Igreja Católica e ao povo da Escócia, também peço desculpa", acrescentou o mais velho clérigo britânico da Igreja Católica, com 74 anos.
Estas declarações surgem após a publicação, a 24 de fevereiro, no jornal britânico The Observer, de um artigo em que três padres e um ex-padre acusavam o cardeal O'Brien de ter tido "comportamentos indecentes" para com eles, a partir dos anos 1980.
Um padre queixou-se de ter sido vítima de atenções indesejadas por parte do cardeal, após um serão "bem regado".
Um outro afirmou que O'Brien aproveitava as orações noturnas para ter atitudes impróprias.
O cardeal negou, então, tais acusações, mas um dia após a sua divulgação, anunciou, todavia, a demissão do cargo de arcebispo de Saint Andrews e Edimburg, na Escócia, e decidiu renunciar à participação no conclave destinado a eleger o sucessor do papa Bento XVI.

Lobby gay no Vaticano pode ter levado Papa a abdicar 

No momento de sua iminente despedida, voltam à tona os escândalos que marcaram o pontificado de Bento XVI. De acordo com o diário italiano de centro-esquerda La Repubblica, no dia 17 de dezembro de 2012, quando deitou os olhos sobre o dossiê elaborado por três cardeais octogenários incumbidos de investigar o chamado caso Vatileaks – o escrutínio de documentos papais –, Bento XVI tomou a decisão de que renunciaria. 

Em miúdos, o relatório de 300 páginas se baseia no não cumprimento de dois mandamentos, o sexto e o sétimo. O sexto mandamento proíbe o adultério, mas, como esse ato não é realizável no mundo dos prelados, fala-se em proibição da pederastia. 

Por sua vez, o sétimo mandamento refere-se a casos de corrupção, também identificados pelos cardeais liderados pelo espanhol Julián Herranz. Os outros dois cardeais, responsáveis pela investigação realizada entre abril e dezembro do ano passado, são o italiano Salvatore De Giorgi e o eslovaco Jozef Tomko. 

Segundo o inquérito, baseado em entrevistas com dezenas de bispos, cardeais e laicos, uma série de sacerdotes da Santa Sé teriam pecado, e, até prova em contrário, esses graves pecados poderão se transformar em delitos. 

O quadro piora quando o La Repubblica revela o seguinte: oficiais do Vaticano teriam, por conta de suas atividades mundanas, sofrido “influências externas” de laicos. 

Tradução: os oficiais do Vaticano estão sendo chantageados.

O escândalo, contudo, não pode ser visto como um complô de um diário de centro-esquerda, visto que o Corriere della Sera, prestigiado diário de centro-direita, também reportou sobre a gravidade do dossiê em 11 de fevereiro, data em que Bento XVI anunciou sua renúncia.
Difícil mesmo é saber se esse último escândalo foi, de fato, a gota d’água para o atual Papa.
Federico Lombardi, porta-voz da Santa Sé, revelou que não haverá “nem desmentidos, nem comentários” sobre as “informações e opiniões” feitas pela imprensa às vésperas da resignação de Bento XVI.
O La Repubblica, é verdade, pode deixar o leitor por vezes perplexo. Por exemplo, diz que esta foi a primeira vez que a palavra “homossexualidade” foi pronunciada nos aposentos de Bento XVI.
O diário revela que os cardeais identificaram villas, saunas, e residências usados por um arcebispo italiano com seus amantes.
No entanto, casos gays não são novidades no Vaticano – e é difícil acreditar que a palavra “homossexualidade” nunca tenha sido citada pelo atual Papa. Angelo Balducci, um dos Cavalheiros de Sua Santidade, não foi afastado do cargo em 2010 porque tinha várias relações com homens, inclusive com o nigeriano Chinedu Thomas Ethiem, cantor de capela da basílica de São Pedro?
Bento XVI, diga-se, não permite gays ativos a estudar para o sacerdócio. Seria, portanto, interessante saber os termos utilizados pelo Papa ao tratar o caso Balducci.
A corrupção no relatório dos cardeais também parece endêmica, inclusive no Instituto para as Obras de Religião (IOR), o banco do Vaticano. Ettore Gotti Tedeschi, ex-presidente do IOR, foi despedido em maio de 2011. Seu crime: tentava, há mais de dois anos, limpar as finanças da Igreja. Tedeschi, que após sua demissão temia ser assassinado, escreveu um documento oficial para que sua luta fosse  continuada pelo seu sucessor. O cargo deixado por Tedeschi só foi preenchido nove meses mais tarde…
E, é claro, são numerosos os casos de pedofilia não resolvidos – e vítimas, por tabela, não conseguem processar padres culpados.
Devido “à idade avançada”, Bento XVI renunciará dia 28 de fevereiro. Até a Páscoa um novo Papa deverá ser escolhido. Ele terá de lidar com o dossiê de 300 páginas sobre os podres da Igreja que talvez tenham levado Bento XVI a abdicar.

( http://www.cartacapital.com.br/internacional/lobby-gay-no-vaticano-pode-ter-levado-papa-a-abdicar/ )

Eugene Drewermann (ex-padre) reconhece, fruto da sua experiência de psicoterapeuta, que a percentagem de homossexuais dentro da Igreja católica é grande, como consequência principal da sua moral repressiva e da atitude quanto ao celibato, quer entre religiosos de sexo masculino como do sexo feminino, chegando aos 25% os jovens seminaristas que, de forma permanente ou esporádica, se dedicam a práticas homossexuais. Homossexualidade que era considerada pela Igreja como uma das formas mais graves de pecado (os acusados pelo "crime nefando" eram sentenciados à fogueira pela Santa Inquisição). Se fosse agora, muito havia que queimar!
Também entre os Bispos e Cardeais ainda há muita gente que não se esqueceu do velho "viciozito".

publicado às 23:10


Bento XVI renunciou, viva o papa!

por Thynus, em 28.02.13

Assim se proclamava, nas monarquias, quando um rei morria ou era deposto e o sucessor vinha saudado. Mais importante do que o panegírico do que partia, era hora de olhar para a frente, com esperança ou receios.
Eu estava numa reunião no palácio São Joaquim, aqui no Rio, em 2005, durante o último conclave, almoçando com os bispos auxiliares, quando foi anunciada a fumaça branca. Saímos da mesa e corremos à televisão. Foi quando eu disse: “Não sei quem será, mas vai chamar-se Bento XVI”. Quando Ratzinger saiu no balcão, alguns me olharam como se eu tivesse feito uma adivinhação. Na verdade, foi uma aposta por eliminação. O novo papa certamente não retomaria a série dos Pios, não seria um seguimento de João ou de Paulo, nem do composto João Paulo. Restava, no século XX, um papa, Bento XV, que ficara poucos anos, de 1914 a 1922, mas que interrompera a caça antimodernista de Pio X. Não saiu papa um reacionário como o secretário de estado espanhol Merry Del Val (o Sodano ou o Bertone daquele momento). Era um bispo de uma diocese importante, Bolonha, que fora pouco antes denunciado de modernista, em carta, a seu antecessor.O novo papa abriu a missiva, lacrada por ocasião da morte de Pio X e convocou o assustado acusador.
Uma lógica destas apontaria, indo um pouco mais atrás, na eleição de 1878, para um possível futuro Leão XIV. O papa anterior do mesmo nome também interrompera a prática de seus dois antecessores reacionários, Gregório XVI e Pio IX. E indicou que esperassem o próximo consistório, para verem seu novo estilo. E foi então quando nomeou cardeal o grande teólogo John H. Newman, convertido da Igreja Anglicana, crítico do Vaticano I e mal visto pelo outro cardeal inglês, Henry Manning. Aliás, o papa Bento XVI tinha Newman em grande admiração e o beatificou em 2010 (alguns historiadores, para incômodo de muitos, falaram de um companheiro de toda a vida, enterrado junto com ele, numa possível porém incerta relação homosexual, o que não diminuiria em nada seu enorme valor). Mas atenção, voltando ao presente, as lógicas não se repetem e o futuro é sempre inesperado.
Com o atual precedente, um papa pode (e até deve, em certos casos) deixar o poder ainda em vida, num movimento que passa dos poderes absolutos e pro vita, para uma visão com possíveis prazos para o exercício de um poder que aparecia nos últimos séculos como irrenunciável .
O importante agora é descobrir o que estará diante do futuro papa. Tudo parece indicar que João Paulo I morreu ao tomar consciência da dimensão dos problemas que o esperavam. Carlo Martini (que tantos sonhamos como um possível “Papa bianco”), em 1999 lembrou temas estratégicos a serem enfrentados por possíveis futuros concílios: a posição da mulher na sociedade e na Igreja, a participação dos leigos em algumas responsabilidades ministeriais, a sexualidade, a disciplina do matrimônio, a prática do sacramento da penitência, a relação com as Igrejas irmãs da ortodoxia e, em um nível mais amplo, a necessidade de reavivar a esperança ecumênica. Poderíamos agora dizer que são temas colocados hoje diante do papa que vem aí.
Cada vez é mais importante desbloquear posições congeladas. Uma, urgente, seria superar o impasse criado por Paulo VI em 1968, no seu documento Humanae Vitae, sobre a contracepção. Tratar-se-ia de aceitar, ao nível do magistério, o que já é uma prática normal de um número enorme de fiéis: o uso dos contraceptivos.
Mas nos textos de teólogos espanhóis, sacerdotes alemães e austríacos, declarações de bispos australianos, estão outros pontos da agenda. Haveria que começar por superar a dualidade e uma hierarquia rígidas entre ministérios ordenados (dos padres) e não ordenados, abrindo para uma pluralidade de ministérios (serviços), como na Igreja dos primeiros séculos. E aí se coloca o tema da ordenação das mulheres. No dia da ressurreição, as mulheres foram as primeiras a serem enviadas (ordenadas) a anunciar a Boa Nova (Mateus, 28,7; Marcos, 16,7:”Ide dizer aos discípulos e também a Pedro…”; Lucas, 24,9; João, 20,17).
Teria também que desaparecer o que é apenas próprio da Igreja latina desde o milênio passado: o celibato obrigatório. O celibato é próprio da vida religiosa em comunidade e não necessariamente dos presbíteros (sacerdotes). Os escândalos recentes de uma sexualidade reprimida e doentia estão exigindo uma severa revisão. Isso levaria a ordenar homens e mulheres casados.
Há que levar a sério a ideia da colegialidade do Vaticano II, sendo o bispo de Roma o primeiro entre todos no episcopado. Numa visão ecumênica, o segundo seria o Patriarca de Constantinopla, que vive no Fanar, um bairro grego pobre de Istambul, onde estive no ano passado. Os encontros fraternos e a oração em comum de João XXIII e de Paulo VI com o patriarca Atenágoras, foram abrindo caminho nessa direção.
Claro, são antes de tudo anseios, mais do que possibilidades certas. Mas a história é inexorável e, pouco a pouco, posições que pareciam petrificadas podem ir sendo revistas ou, pelo menos, vão crescendo pressões nesse sentido. A Igreja, arejada por tempos novos na sociedade, seculares e republicanos, não poderá ficar à margem de um processo histórico contagiante. Talvez temas congelados terão que esperar futuros pontificados ou outros concílios, mas estarão cada vez mais presentes e incômodos, num horizonte que desafia os imobilismos.

(Luiz Alberto Gómez de Souza)

publicado às 17:08

Quem acompanhou o noticiário dos últimos dias acerca dos escândalos dentro do Vaticano, trazidos ao conhecimento pelos jornais italianos “La Repubblica” e o “La Stampa”, referindo um relatório com trezentas páginas, elaborado por três Cardeais provectos sobre o estado da cúria vaticana deve, naturalmente, ter ficado estarrecido. Posso imaginar nossos irmãos e irmãs piedosos que, fruto de um tipo de catequese exaltatória do Papa como “o doce Cristo na Terra” devam estar sofrendo muito, pois amam o justo, o verdadeiro e o transparente e jamais quereriam ligar sua figura a notórios malfeitos de seus assistentes e cooperadores.
         O conteúdo gravíssimo destes relatórios reforçaram, no meu entender, a vontade do Papa de renunciar. Ai se comprovava uma atmosfera de promiscuidade, de luta de poder entre “monsignori”, de uma rede de homossexualismo gay dentro do Vaticano e desvio de dinheiro do Banco do Vaticano. Como se não bastassem os crimes de pedofilia em tantas dioceses que desmoralizaram profundamente a instituição-Igreja.
         Quem conhece um pouco a história da Igreja – e nós profissionais da área temos  que estuda-la detalhadamente- não se escandaliza. Houve épocas de verdadeiro descalabro do Pontificado com Papas adúlteros, assassinos e vendilhões. A partir do Papa Formoso (891-896) até o Papa Silvestre (999-1003) se instaurou segundo o grande historiador Card. Barônio a “era pornocrática” da alta hierarquia da Igreja. Poucos Papas escapavam de serem depostos ou assassinados. Sergio III (904-911) assassinou seus dois predecessores, o Papa Cristóvão e Leão V.
         A grande reviravolta na Igreja como um todo, aconteceu, com consequências para toda a história ulterior, com o Papa Gregório VII em 1077. Para defender seus direitos e a liberdade da instituição-Igreja contra reis e príncipes que a manipulavam, publicou um documento que leva este significativo título “Dictatus Papae” que literalmente traduzido significa “a Ditadura do Papa”. Por este documento, ele assumia todos os poderes, podendo julgar a todos sem ser julgado por ninguém. O grande historiador das idéias eclesiológicas Jean-Yves Congar, dominicano, considera a maior revolução acontecida na Igreja. De uma Igreja-comunidade passou a ser uma instituição-sociedade monárquica e absolutista, organizada de forma piramidal e que vem até os dias atuais
         Efetivamente, o cânon 331 do atual Direito Canônico se liga a esta compreensão, atribuindo ao Papa poderes que, na verdade, não caberiam a nenhum mortal, senão somente a Deus: ”Em virtude de seu ofício, o Papa tem o poder ordinário, supremo, pleno, imediato, universal” e em alguns casos precisos, “infalível”.
         Esse eminente teólogo, tomando a minha defesa face ao processo doutrinário movido pelo Card. Joseph Ratzinger em razão do livro “Igreja:carisma e poder” escreveu um artigo no “La Croix”(8/9/1984) sobre o “O carisma do poder central”. Ai escreve:”O carisma do poder central é não ter nenhuma dúvida. Ora, não ter nenhuma dúvida sobre si mesmo é, a um tempo, magnífico e terrível. É magnífico porque o carisma do centro consiste precisamente em permanecer firme quando tudo ao redor vacila. E é terrível porque em Roma estão homens que tem limites, limites em sua inteligência, limites em seu vocabulário, limites em suas referencias, limites no seu ângulo de visão”. E eu acrescentaria ainda limites em sua ética e moral.
         Sempre se diz que a Igreja é “santa e pecadora” e deve ser “sempre reformada”. Mas não é o que ocorreu durante séculos nem após o explícito desejo do Concílio Vaticano II e do atual Papa Bento XVI. A instituição mais velha do Ocidente incorporou privilégios, hábitos, costumes políticos palacianos e principescos, de resistência e de oposição que praticamente impediu ou distorceu todas as tentativas de reforma.
         Só que desta vez se chegou a um ponto de altíssima desmoralização, com práticas até criminosa que não podem mais ser negadas e que demandam mudanças fundamentais no aparelho de governo da Igreja. Caso contrário, este tipo de institucionalidade tristemente envelhecida e crepuscular definhará até entrar em ocaso. Os atuais escândalos sempre houveram na cúria vaticana apenas que não havia um providencial Vatileaks para  trazê-los a público e indignar o Papa e a maioria dos cristãos.
         Meu sentimento do mundo me diz que  estas perversidades no espaço do sagrado e no centro de referencia para toda a cristandade – o Papado – (onde deveria primar a virtude e até a santidade) são consequência desta centralização absolutista do poder papal.  Ele faz de todos vassalos, submissos  e ávidos por estarem fisicamente perto do portador do supremo poder, o Papa. Um poder absoluto, por sua natureza, limita e até nega a liberdade dos outros, favorece a criação de grupos de anti-poder, capelinhas de burocratas do sagrado contra outras, pratica  largamente a simonía que é compra e venda de vantagens, promove  adulações e destrói os mecanismos da transparência. No fundo, todos desconfiam de todos. E cada qual procura a satisfação pessoal da forma que melhor pode. Por isso, sempre foi problemática a observância do celibato dentro da cúria vaticana, como se está revelando agora com a existência de uma verdadeira rede de prostituição gay.
         Enquanto esse poder não se descentralizar e  não outorgar mais participação de todos os estratos do povo de Deus, homens e mulheres, na condução dos caminhos da Igreja o tumor causador desta enfermidade perdurará. Diz-se que Bento XVI passará a todos os Cardeais o referido relatório para cada um saber que problemas irá enfrentar caso seja eleito Papa. E a urgência que terá de introduzir radicais transformações. Desde o tempo da Reforma que se ouve o grito: ”reforma na Cabeça e nos membros”. Porque nunca aconteceu, surgiu  a Reforma como gesto desesperado dos reformadores de fazerem por própria conta tal empreendimento.
         Para ilustração dos cristãos e dos interessados em assuntos eclesiásticos, voltemos à questão dos escândalos. A intenção é desdramatizá-los, permitir que se tenha uma noção menos idealista e, por vezes, idolátrica da hierarquia e da figura do Papa e libertar a liberdade para a qual Cristo nos chamou (Galatas 5,1). Nisso não vai nenhum gosto pelo Negativo nem vontade de acrescentar desmoralização sobre desmoralização. O cristão tem que ser adulto, não pode se deixar infantilizar nem permitir que lhe neguem conhecimentos em teologia e em história para dar-se conta de quão humana e demasiadamente humana pode ser a instituição que nos vem dos Apóstolos.
         Há uma longa tradição teológica que se refere à Igreja como casta meretriz,  tema abordado detalhadamente por um grande teólogo, amigo do atual Papa, Hans Urs von Balthasar (ver em Sponsa Verbi,  Einsiedeln 1971, 203-305). Em várias ocasiões o teólogo J. Ratzinger se reportou a esta denominação.
A Igreja é uma meretriz que toda noite se entrega à prostituição; é casta  porque Cristo, cada manhã se compadece dela, a lava e a ama.
          O  habitus meretrius da instituição, o vício do meretrício, foi duramente criticado pelos Santos Padres da Igreja como Santo Ambrósio, Santo Agostinho, São Jerônimo e outros. São Pedro Damião chega a chamar o referido Gregório VII de “Santo Satanás” (D. Romag, Compêndio da história da Igreja, vol 2, Petrópolis 1950,p.112). Essa denominação dura nos remete àquela de Cristo dirigida a Pedro. Por causa de sua profissão de fé o chama “de pedra”mas por causa de sua pouca fé e de não entender os desígnios de Deus o qualificou de “Satanás”(Evangelho de Mateus 16,23). São Paulo parece um moderno falando quando diz a seus opositores com fúria: ”oxalá sejam castrados todos os que vos perturbam”(Gálatas 5.12).
         Há portanto, lugar para a profecia na Igreja e para a denúncias dos malfeitos que podem ocorrer no meio eclesiástico e também no meio dos fiéis.
         Vou referir outro exemplo tirado de um santo querido da maioria dos católicos brasileiros, por sua candura e bondade: Santo Antônio de Pádua. Em seus sermões, famosos na época, não se mostra  nada doce e gentil. Fez vigorosa crítica aos prelados devassos de seu tempo. Diz ele: “os bispos são cachorros sem nenhuma vergonha, porque sua frente tem cara de meretriz e por isso mesmo não querem criar vergonha”(uso a edição crítica em latim publicada em Lisboa em 2 vol em 1895). Isto foi proferido no sermão do quarto domingo depois de Pentecostes ( p. 278). De outra vez,  chama os prelados de “macacos no telhado, presidindo dai o povo de Deus”(op cit  p. 348).  E continua:” o bispo da Igreja é um escravo que pretende reinar, príncipe iniquo, leão que ruge, urso faminto de rapina que espolia o povo pobre”(p.348). Por fim na festa de São Pedro ergue a voz e denuncia:”Veja que Cristo disse três vezes: apascenta e nenhuma vez tosquia e ordenha… Ai daquele que não apascenta nenhuma vez e tosquia e ordena três ou mais vezes…ele é um dragão ao lado da arca do Senhor que não possui mais que aparência e não a verdade”(vol. 2, 918).
         O teólogo Joseph Ratzinger explica o sentido deste tipo de denúncias proféticas:” O sentido da profecia reside, na verdade, menos em algumas predições do que no protesto profético: protesto contra a auto-satisfação das instituições, auto-satisfação que substitui a moral pelo rito e a conversão pelas cerimônias” (Das neue Volk Gottes,  Düsseldorf 1969, p. 250, existe tradução português).
         Ratzinger critica com ênfase a separação que fizemos com referencia à figura de Pedro: antes da Páscoa, o traidor; depois de Pentecostes, o fiel. “Pedro continua vivendo esta tensão do antes e do depois; ele continua sendo as duas coisas: a pedra e o escândalo… Não aconteceu, ao largo de toda a história da Igreja, que o Papa, simultaneamente, foi o sucessor de Pedro, a “pedra” e o “escândalo”(p. 259)?
         Aonde queremos chegar com tudo isso? Queremos chegar ao reconhecimento de que a igreja- instituição de papas, bispos e padres, é feita de homens que podem trair, negar e fazer do poder religioso negócio e instrumento de autosatisfação. Tal reconhecimento é terapêutico, pois nos cura de toda uma ideologia idolátrica ao redor da figura do Papa, tido como praticamente infalível. Isso é visível em setores conservadores e fundamentalista de movimentos católicos leigos e também de grupos  de padres. Em alguns vigora uma verdadeira papolatria que Bento XVI procurou sempre evitar.
         A crise atual da Igreja  provocou a renúncia de um Papa que se deu conta de que não tinha mais o vigor necessário para sanar escândalos de tal gravidade. “Jogou a toalha” com humildade. Que outro mais jovem venha a assuma a tarefa árdua e dura de limpar a corrupção da cúria romana e do universo dos pedófilos, eventualmente puna, deponha e envie alguns mais renitentes para algum convento para fazer penitência e se emendar de vida.
         Só quem ama a Igreja pode fazer-lhe as críticas que lhe fizemos, citando textos de autoridade clássicas do passado. Quem deixou de amar a pessoa um dia amada, se torna indiferente à sua vida e destino. Nós nos interessamos à semelhança do amigo e  de irmão de tribulação Hans Küng, (foi condenado pela ex-Inquisição) talvez um dos teólogos  que mais ama a Igreja e por isso a critica.
         Não queremos que cristãos cultivem este sentimento de  de descaso e de indiferença. Por piores que tenham sido seus erros e equívocos históricos, a instituição-Igreja guarda a memória sagrada de Jesus e a gramática dos evangelhos. Ela prega libertação, sabendo que geralmente são outros que libertam e não ela.
          Mesmo assim vale estar dentro dela, como estavam São Francisco, Dom Helder Câmara, João XXIII e os notáveis teólogos que ajudaram a fazer o Concílio Vaticano II e que antes haviam sido todos condenados pela ex-Inquisição, como De Lubac, Chenu, Congar,  Rahner e outros. Cumpre  ajuda-la a sair deste embaraço, alimentando-nos mais do sonho de Jesus de um Reino de justiça, de paz e de reconciliação com Deu e do seguimento de sua causa e destino do que de simples e justificada indignação que pode cair facilmente no farisaísmo e no moralismo.

Leonardo Boff

publicado às 15:36

A nomeação de Ernst von Freyberg, 54 anos, da Ordem dos Cavaleiros de Malta, para chefiar o IOR (Instituto para as Obras de Religião, o Banco do Vaticano) veio nove meses depois da destituição de Ettore Gotti Tedeschi e revela novos cenários sobre a demissão de Bento XVI. Vozes com grande credibilidade dizem que o papa alemão queria declarar a sede vacante imediatamente após anunciar asua decisão de deixar o papado. Mas a corte papal tentou dissuadi-lo deste propósito. E, finalmente, convenceu-o. Os argumentos utilizados eram poucos, mas determinantes: havia necessidade de resolver alguns assuntos importantes e ainda sem resposta desde há algum tempo, mas agora considerados maduros para uma solução final. A Sede Vacante, porém, faria cair, de golpe, todos os chefes de departamento da Cúria Romana, da chefia de seus gabinetes e tornaria nulos todos os seus atos de governo da Igreja. Em cada pontificado em que se respeita a agonia do Papa prevalece uma sucessão de nomeações antes que coração do Papa deixe de bater e congele tudo. Durante os últimos meses de vida de João Paulo II, por exemplo, e em particular durante a sua última semana antes de sua morte, não foram poucas as nomeações episcopais "aprovadas" pelo Papa entãoagonizante e sem voz.

No caso da abdicação de Bento XVI sem um tempo, por assim dizer, propedeutico  (preparatório) para a Sede Vacante não haveria oportunidade de acelerar alagumas nomeações e fazê-las definitivas com o selo final de Ratzinger antes de ser destruído. A nomeação do advogado Ernst von Freyberg para a Superintendência da IOR é uma delas. Esta não depende diretamente do Papa reinante, mas da Comissão Cardinalícia para a Supervisão do Instituto para as Obras de Religião que é presidida pelo cardeal Tarcisio Bertone. Sim, exatamente do fidelíssimo Secretário de Estado do Papa Bento XVI desde 2006 até ao fim do reinado de Ratzinger. Mais uma vez, não tornando imediata a Sede Vacante, o Papa renovou novamente a sua total confiança no cardeal salesiano.

Ratzinger sai de cena para sempre do palco mundial em que ficou exposto um Pontífice no século XXI, mas não permite que seus colaboradores de confiança morram com ele. A nomeação do advogado von Freyberg, disse o Vaticano em um comunicado, "resulta de uma  avaliação profunda e de várias entrevistas que a Comissão de Cardeais fez, sempre com o apoio do Conselho de Superintendência. Trata-se de um percurso de vários meses, meticuloso e organizado, que permitiu a avaliação de vários perfis de alto nível profissional e moral, também com a ajuda de uma organização independente internacional, líder na seleção de altos executivos empresariais. O Santo Padre - continua o comunicado - que acompanhou de perto todo o processo de seleção e eleição do novo Presidente do Conselho para a Superintendência do IOR, expressou seu total apoio à decisão da Comissão de Cardeais ". Deste órgão, além de Bertone, que é o presidente, fazem parte os cardeais Attilio Nicora, que comanda a Autoridade de Informação de Finanças da Santa Sé, Jean-Louis Tauran, presidente do Pontifício Conselho para o Diálogo Interregioso, Telesphore Placidus Toppo, Arcebispo de Ranchi, e Odilo Pedro Scherer, arcebispo de São Paulo. "A Igreja sempre se renova, renasce sempre", disse o cardeal Bertone, ao Papa na última quarta-feira, no final da Missa do início Quaresma celebrada por Bento XVI na Basílica Vaticana. "Servir a Igreja – acrescentava o cardeal – com o firme conhecimento de que não é nossa, mas de Deus, que não somos nós a construí-la, mas é Ele; podermos dizer com verdade a palavra evangélica: 'Somos servos inúteis. Nós fizemos o que tínhamos que fazer "(Lucas 17:10)." De modo a acelerar a nomeação do presidente do IOR, e quem sabe o que mais, antes a Sede de Roma torna-se Vacante e Bertone, mais do que Ratzinger, perca o seu poder. Bento XVI permitiu-lhe. Mais uma vez.

publicado às 15:06


A religião que mata

por Thynus, em 14.09.11
COMO A IGREJA DESVIA O DESTINO DA HUMANIDADE

Um livro que relembra a história dos crimes mais hediondos do catolicismo desde a antiguidade até hoje.
Que tenta auscultar as principais heresias medievais que lançaram, juntamente com Frederico II da Suábia, a primeira mensagem de liberdade ao mundo, motivo por que foi assassinado pelo serviço secreto do Papa.
Que recupera o grande civilização milenar árabe, graças à qual os conhecimentos do passado chegaram até nós com toda a sua carga revolucionária.
Que vai vasculhar na vida privada, nos subterfúgios políticos e nas orgias sexuais que eram realizadas no interior das muralhas do Vaticano.
Que apresenta as falsificações históricas do Vaticano.
Que desvenda sem meios termos a venda dos "primeiros lugares no paraíso."
Que examina a veracidade dos Evangelhos romanos, escritos à mesa pela famíliar Pisone, por Plínio, o Velho, e por Séneca.
Que examina a relação entre o Estado e a Igreja ao longo dos séculos.
Que conta a história secreta das Cruzadas e as razões político-religiosa que moveram perseguição devastadora contra os cátaros.
Que esclarece a conivência da Santa Sé com os regimes sanguinários fascistas durante a Segunda Guerra Mundial: a estreita colaboração entre Hitler e Mussolini e os papas Pio XI e XII, apoiada por cartas e documentos que desmascaram o suporte indiscriminado por parte de tais tementes a Deus, de modo que essas ideologias de extermínio destruissem a ameaça judaica e comunista.
Que fala sobre os campos de concentração na Jugoslávia, onde colaboravam activamente na repressão física dos deportados, os franciscanos de fé católica atestada.
Que analisa a fuga dos seus executores para a América Latina com o passaporte do Vaticano.
Que descreve o calvário dos "desaparecidos" de ontem e de hoje e o apoio que Wojtyla e  o IOR deram aos ditadores latino-americanos para que reprimissem a Teologia da Libertação.
Que informa das principais acusações lançadas pelo Grande Inquisidor Ratzinger contra os teólogos libertários, como Drewermann, Balasuriya, Küng, Boff e outros.
Que esclarece o cancro da pedofilia que prilifera nas Igrejas de todo o mundo, sugerindo tal desvio como a essência da ritualidade católica: o sacrifício do inocente!
Que informa, contra os meios de desinformação em massa, como nos últimos anos, Berlusconi, apoiado na Opus Dei, aprovou o conhecido Decreto Salva-padres com regras similares ao passado mais sombrio: os juízes não estão autorizados a colocar sob controle o telefone de um padre pedófilo, se não se tem a permissão prévia do bispo, do cardeal e, finalmente, do papa.
Que lembra que, quando Ratzinger foi eleito papa, era investigado, junto com o seu braço direito Tarcisio Bertone, novo secretário de Estado do Vaticano, por "conspiração contra a justiça", enquanto tinham coberto os casos de pedofilia clerical nos Estados Unidos.
Que pensa numa mobilização contra o Testamento Biológico Católico, imposto aos cidadãos italianos por um país estrangeiro!
Que está convencido de que na escola pública não deva haver um ensino confessional.
Que elenca todas as proibições que o Vaticano sempre opôs à ciência, à medicina, à imprensa, ao livre pensamento, a uma prática sexual saudável, à fraternidade universal, desde a Idade Média até Pio XII, Papa João Paulo II e Bento XVI: contra as células-tronco, a fecundação assistida, DICO, PACS, HOMOSSEXUAIS,UNIÕES DE FACTO, contra o uso do preservativos, mas nunca contra a guerra!
Enfim, um livro que mostra como o real divisor de águas para a compreensão da história é o Vaticano e não a política.
Um texto dedicado a todos aqueles que lutam todos os dias em nome da liberdade.
Para aqueles que querem livrar-se dos magos negros da religião do Estado.
Para aqueles que estão certos de que somos Deus e que podemos mudar tudo, se quisermos.
Para aqueles que confiam em si e nos outros, porque sentem que estamos ligados em rede de Inteligência e que somos neurônios de um único cérebro.
Para aqueles que fundarão uma sociedade baseada na razão e inteligência, e não numa casta de profetas desnecessários e inúteis.
Para aqueles que têm bem claro que nunca devemos ajoelhar-nos na frente de um zumbi vestido com uma saia.
Para aqueles que estão bem conscientes de que a Europa não tem de facto raízes judaico-cristãs, a menos que não se queira entender por raízes, o rio de sangue pelo qual essas foram regadas.
Para aqueles que não se farão mais guiar pela fé religiosa, pois esta serve para nos fazer animais passivos no confronto com os nossos dons do espírito.
Para aqueles que entenderam que aqueles que se consideram depositários da verdade messiânica inventram tudo no papel.
Para aqueles que não têm mais dúvidas de que as guerras religiosas terminarão, quando não houver mais religiões, e que a liberdade dos cidadãos da Itália e da Europa será inviolável, somente quando não existir mais a Igreja do Vaticano.

Alessio Di Benedetto é professor de "História e Estética Musical" no Conservatório “U.  Giordano " de Foggia.

publicado às 10:07


Nazistas e Vaticano

por Thynus, em 20.02.11
HiSTÓRIA FOTOGRÁFICA DAS  CONIVÊNCIAS ENTRE O CLERO CATÓLICO E OS NAZISTAS CRIMINOSOS
 20 de julho de 1933: o Secretário de Estado do Vaticano,
Eugênio Pacelli, que em 1939 tornou-se papa com o nome de Pio XII,
assina a Concordata entre a Alemanha nazista e da Santa Sé,
ou seja a Reichskonkordat.
Na foto abaixo, tirada de longe, é reconhecível, na extrema direita,
Giovanni Battista Montini, que mais tarde, em Junho de 1963,
se tornou papa com o nome de Paulo VI.
Fundamentos do nazismo, palestra instrutiva ministrada por um bispo.
Hitler com o núncio apostólico Orsenigo
 
O nome e a reputação de Orsenigo estão estreitamente ligados a Pio XII. Entrou na diplomacia vaticana graças a Pio XI, com quem tinha laços estreitos de amizade em Milão antes da Grande Guerra, e era núncio em Budapest quando foi chamado a substituir Eugenio Pacelli, promovido a secretário de Estado, na nunciatura de Berlin. Tocou a ele portanto a aplicação da Concordata que Pacelli negociou com o governo alemão nas semanas seguintes. A Santa Sé fez imediatamente algumas concessões ao regime.
A Conferência episcopal alemã cancelou uma deliberação antecedente que proibia os fiéis  de se inscreverem no partito nacional-socialista e autorizou os deputados católicos a votarem nos plenos poderes que Hitler tinha pedido ao Parlamento.
SEM A INTERVENÇÃO DA IGREJA CATÓLICA, HITLER NÃO TERIA PODIDO TER PLENOS PODERES SOBRE  A DELEGAÇÃO PARLAMENTAR! 
A HISTÓRIA TERIA SIDO CERTAMENTE DIVERSA E MUITOS CRIMES PODERIAM TER SIDO EVITADOS.
 Nazistas fiéis e fiéis nazistas: todos na missa!
Nazistas saem da igreja com as suas bandeiras.
 
Reunião de padres e bispos unidos pela fé...em Cristo? Não, no nazismo.
Bispos e hierarquias: sempre juntos, lado a lado.
O núncio apostólico Vasallo cumprimenta confidencialmente Hitler.
Hitler: sempre sorridente e cordial com padres e bispos.
Na foto: o núncio apostólico Vasallo.
Suásticas e cruzes em conjunto: não é um
invenção nossa, foi a realidade das igrejas católicas alemãs.
 
RELÍQUIAS E SÍMBOLOS CATÓLICO-NAZISTAS
Páginas de história, infelizmente,
MUITO ESQUECIDAS

Ludwig Kaas:
QUEM ERA ELE?
 

  O partido Nacional-socialista tomou o poder legalmente na Alemanha a 23 de março  de 1933, em virtude de uma aliança entre o partido católico Zentrum, guiado pelo prelato católico Ludwig Kaas e o partido nazista, que por si só não dispunha de maioria parlamentar.
SEM A ACTIVA INTERVENÇÃO DA IGREJA CATÓLICA  JUNTO  DO PARTIDO DO CENTRO CATÓLICO, HITLER NÃO TERIA TIDO PLENOS PODERES.
A RESPONSABILIDADE MORAL DOS CRIMES NAZISTIAS RECAI, PORTANTO, EM GRANDE PARTE SOBRE A IGREJA CATÓLICA E, PARTICULARMENTE, SOBRE PIO XII.
Um afável Orsenigo entretem Goebbels
O casamento católico de Goering, com Hitler na primeira fila.
É Hitler quem vai cumprimentar os bispos, e não vice-versa!
Observe-se as honras nazistas do sorridente bispo à direita.
Ainda Hitler com o núncio apostólico Orsenigo.
Hitler fazia-se fotografar frequentemente com
igrejas como pano de fundo, para reforçar a
semelhança ideológica entre nazismo e
catolicisimo.
 
O núncio Orsenigo dirigindo-se para o luxuoso automóvel do hierarca nazista.
Outro documento incrível: o bispo marcha junto com os oficiais nazistas, e é o ÚNICO entre eles a fazer a saudação nazista.
Catedral católica expondo a bandeira nazista.
 Bispos fazendo a saudação nazista e cantando o hino, exprimindo assim
a sua completa adesão ideológica ao nazismo.
 Hitler e o núncio apostólico Orsenigo eram inseparáveis:
aqui juntos também no teatro.
Concluimos esta breve galeria fotográfica com uma pergunta:QUEM É ESTE JOVEM HITLERIANO?
"Recebemos novos uniformes e marchamos para Traunstein cantando canções de guerra, talvez para mostrar à população  que o Führer dispunha ainda de soldados jovens e recentemente  treinados..." (Joseph Ratzinger, La mia vita, edizioni San Paolo, pag.34-35). 
A.M.D.G. e salvação da humanidade!


 

publicado às 19:42


A IGREJA E O PRESERVATIVO

por Thynus, em 06.12.10

"O papa apoia o uso do preservativo apenas para a prostituição. Ratzinger insiste, porém, que "não é o caminho adequado para superar a propagação da SIDA". "Pode haver casos concretos em que está justificado o uso de preservativo." São palavras do Papa Bento XVI recolhidas no livro-entrevista a ser publicado na próxima terça-feira em todo o mundo e do qual o L'Osservatore Romano, o jornal do Vaticano, adiantou ontem algumas passagens. É a primeira vez na história da Igreja que um pontífice se abre ao uso do preservativo, mesmo que parcialmente, em algumas "singulares" circunstâncias. "Por exemplo, quando um(a) prostituto(a) usa um preservativo e este pode ser o primeiro passo em direção a uma moralização, um primeiro acto de responsabilidade para desenvolver novamente a consciência de que nem tudo é permitido e de que não se pode fazer tudo o que se quiser" especifica o papa alemão. "No entanto, esta não é a maneira apropriada e verdadeira para vencer o contágio da SIDA. Realmente, é precisa uma humanização da sexualidade", continua o Pontífice.

Bem, a Igreja já está dando o primeiro passo: admite, apenas para a prostituição, o uso do preservativo. Acabará rectificando totalmente, sob pena de continuar a perder a credibilidade. É que o sexo não se destina apenas à geração da prole. Tem a ver, e muito, com o estado psicossomático do casal onde estão em causa factores como intimidade, cumplicidade, equilíbrio fisiológico e emocional... Também é por aqui que passa a "humanização da sexualidade". Contrariamente ao que pensa a hierarquia eclesiástica, o sexo é também humano, demasiadamente humano.

publicado às 13:32

O mundo parece ter mudado logo que ficamos sem João Paulo II. Com Wojtyla parecia que tudo estava calmo e que nada acontecia. As coisas estavam no seu lugar e o sexo era reprimido. Os pedófilos, se os havia, estavam contidos, escondidos, ao abrigo do silêncio. Ratzinger fazia um excelente trabalho no Tribunal da Fé e podia silenciar qualquer voz, por mais ofendida que estivesse. Mas acabou a era do star system e a maioria, que se mostrava (e ainda se mostra) muito respeitosa, observa agora como os eventos são precipitadas pelo grande medo da essência sexual do ser humano. Não há dúvida. O sexo existe atinge em pleno tanto os homens comuns como os homens santos. A natureza triunfa e as ereções apresentam-se agora sem véus, em uns e em outros.
São a ciência moderna e homens como Charles Darwin e Sigmund Freud quem imporão à Igreja a necessidade de ter em conta, e sempre contra a sua vontade, uma realidade que, graças aos esforços da razão e da experiência, vão forçando mudanças no modelo perfeito que construiu o dogma expresso magistralmente no novo “Catecismo da Igreja Católica”, editado pessoalmente pelo cardeal Ratzinger por ordem de João Paulo II. A "Lei de Santidade" foi comprometida. A relação sexual, que não tem por fim único a procriação dentro do casamento, também faz parte da vida dos consagrados e está forçando a cúria romana a enfrentar os vínculos entre a castidade, a pureza, e a tendência para abusar de crianças.
"A sexualidade está ordenada para o amor conjugal entre homem e mulher", diz o “Catecismo ...” e não é um ato puramente biológico, “mas diz respeito ao núcleo íntimo da pessoa humana como tal." Mas nestes tempos conturbados, o desejo transbordou e já não consegue ser mantido em segredo pelo Tribunal da Fé. Em 2003, Tarcisio Bertone, vice-prefeito do ex-Santo Ofício, a respeito da pedofilia, disse numa entrevista ao Observer: "Na minha opinião o pedido de que o bispo esteja obrigado a entrar em contato com a polícia para denunciar um padre que tenha admitido atos de pedofilia é improcedente." Mas em muitos lugares, o escândalo já é impossível de conter, tornando-se um enorme problema jurídico e económico, como nos Estados Unidos, México, Irlanda, onde os pedidos de compensação estão diminuindo as finanças florescentes do Vaticano.
Os ultrajados pedem que se resolva a sua dor e humilhação com grandes somas de dinheiro que lhes permitirão pagar os custos do seu tratamento para superar, de alguma forma, os danos causados pelo abuso. E é que um grande número de homens escondidos no abrigo da santidade, obrigado pelos seus votos a não conhecer mulher, a não procriar, colocaram a sua atenção e os seus desejos em crianças vulneráveis, que não podiam distinguir claramente se o ato que estavam a ser submetidas era lícito, porque quem as submetia era também quem lhes ditava a diferença entre o bem e o mal, entre o correto e o caminho do inferno.
O sexo é, e sem dúvida, a maior força que motiva os seres humanos. E não poderá ser contido com palavras, com as orações que os padres pedófilos ensinaram às crianças para que não revelassem o que aconteceu nas suas escolas, nos colégios e em todos os lugares que deveriam estar seguros e não estiveram. A educação sexual, tal como atualmente ensinada nas escolas seculares, é o antídoto contra os abusos. E a Igreja ainda protesta porque acredita que deve ser ensinada apenas pelos pais e só em casa.
O modelo de sexualidade que a Igreja impôs terá que ir mudando nestes novos tempos. A pedofilia é apenas a ponta do iceberg que há-de obrigar um Concílio Vaticano a considerar, como Galileu fez em seu tempo, a importância de conceber de uma maneira diferente questões como a homossexualidade, o aborto, a abstinência, a inseminação artificial, a castidade, o casamento. A ciência tem muito a ensinar, e é na medida em que a hierarquia católica a conheça e aceite que poderá ir resolvendo conflitos que, caso não o faça, os levará a um Armagedão que ainda pode ser evitado.

publicado às 13:01

O advogado das vítimas dos padres pedófilos, Jeff Anderson, aponta as armas e lança um novo ataque ao coração do Vaticano: em nome de um homem surdo-mudo, que agora vive em Illinois-EUA, Anderson denunciou num tribunal federal de Milwaukee a Santa Sé, o Papa Bento XVI e os Cardeais Ângelo Sodano, ex-secretário de Estado e decano do Colégio cardinalício, e Tarcisio Bertone, o sucessor de Sodano na secretaria de Estado – definindo-os como o "topo da pirâmide do silêncio" - por ter protegido o padre Lawrence Murphy, o sacerdote de Wisconsin acusado de ter abusar dele, quando era criança e de dezenas de outras crianças surdo-mudas.
À acção legal estão ligadas duas cartas, uma com aviso de recepção, endereçada ao Cardeal Sodano, na altura Secretário de Estado, em que a vítima pergunta se o Papa João Paulo II “excomungará” o padre Murphy, que "admitiu ter molestado 34 crianças surdo-mudas.
Estas crianças, lê-se na primeira carta a Sodano, manuscrita e datada de 5 de Março de 1995, "viviam em dormitórios sem nenhuma possibilidade de fugir. Eu sou um deles ".
O processo legal contra o Vaticano está em consonância com as queixas que o mesmo Anderson apresentou contra a Santa Sé em Kentucky e Oregon. É, porém, a primeira a apontar como corresponsáveis o então cardeal Joseph Ratzinger, Prefeito da Congregação para a Doutrina da Fé, o então Secretário de Estado do Vaticano Sodano e Bertone, na altura, estreito colaborador de Ratzinger.

publicado às 12:22


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